Prima o poi, nel corso della vita, il nervosismo e lo stress iniziano a colpire una vittima inconsapevole: le nostre unghie.
Che sia per ansia, per angoscia o anche semplicemente per noia, le povere unghie sono prese di mira dai denti che mordicchiano le pellicine e rischiano di lesionare la cute anche in maniera piuttosto profonda.
Questo spiacevole vizio è chiamato onicofagia. Scopriamo di che si tratta e come arginare la problematica, evitando di compromettere la bellezza della manicure!
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è l’onicofagia
L’onicofagia è un problema clinico riconosciuto, che rientra nei disturbi relativi al controllo degli impulsi.
Infatti, la caratteristica principale di chi si mangia le unghie, è quella di non riuscire a resistere alla tentazione irrefrenabile di rompere o mordere le unghie o le pellicine intorno all’unghia, a seguito di uno stato di agitazione ed eccitazione che si riversa in un’azione fisica dannosa.
L’onicofagia coinvolge tutte le dita, con un modus operandi ben preciso: inizialmente le unghie vengono esplorate, disturbate anche con le altre dita, soprattutto nella zona delle cuticole e, una volta indebolite, si “smangiucchiano” di conseguenza pellicine, lamine, cuticole e la parte di pelle che circonda il letto ungueale, sia sulla superficie che al di sotto dell’unghia.
Onicofagia significato
Cosa significa onicofagia? Il termine è composto da due parole greche, onico (unghie) e fagia (mangiare); letteralmente significa quindi “mangiare le unghie”. Questo comportamento ripetitivo e compulsivo è un’azione quasi inconscia, un gesto primitivo di cui non ci si rende conto.
La causa principale è sicuramente psicologica, collegata a una cattiva gestione dello stress che può avere radici ben salde nella mente di chi mangia le unghie compulsivamente.
Non è raro, infatti, che nella vita del soggetto che soffre di onicofagia, vi siano episodi di forte tensione, soprattutto nell’età infantile: litigi tra genitori, bullismo, difficoltà a controllare e a gestire l’ansia che si ripercuotono anche nella fase adolescenziale e adulta.
Cosa provoca l’onicofagia
Ansia da prestazione, attacchi di panico, stress, stati di angoscia: l’onicofagia è frutto di una incapacità di controllare e tenere a bada le emozioni negative, per cui il soggetto che non riesce ad affrontare l’ansia in maniera adeguata, finisce per sfogarsi mediante un atto fisico compulsivo, come quello di mangiare le unghie.
Un atto, peraltro, da non sottovalutare, poiché oltre al problema estetico evidente, le lesioni sulle mani possono provocare ben altri problemi: infezioni della pelle o della bocca, stimolazione del bruxismo, usura degli incisivi e lesioni anche gengivali.
La persistenza del disturbo negli anni può interferire con la normale crescita delle unghie e può comportare gravi deformazioni delle dita.
Come curare l’onicofagia
Per rispondere alla domanda su come combattere l’onicofagia, è necessario agire tempestivamente, curando le unghie, ma anche sul lungo termine, agendo sui disturbi che danno adito a questo comportamento compulsivo.
Sotto quest’ultimo punto di vista, seguire una vera e propria terapia comportamentale del soggetto, seguito da professionisti nella cura dei disturbi compulsivi, può rivelarsi fondamentale e risolutivo.
Chi sceglie di intraprendere questo percorso, avrà sicuramente un sollievo personale importante a livello psicologico, poiché imparerà a gestire l’ansia in maniera migliore e a spostare l’attenzione su un comportamento alternativo che non abbia una natura autolesiva come l’onicofagia.
L’obiettivo finale è quello di rendere presentabili le proprie mani, ma anche di vivere meglio, contrastando gli stati d’ansia più profondi.
A questo proposito, un aiuto concreto può venire anche dagli integratori alimentari che regolano l’umore in maniera naturale, grazie al controllo della serotonina, il cosiddetto ormone della felicità, e all’incremento della vitamina B, che aiuta a ridurre lo stress.
Per i casi di onicofagia gravissima, si può pensare a una terapia a base di farmaci antidepressivi, prescritti anche nella cura della tricotillomania e del disturbo ossessivo-compulsivo (OCD).
Il supporto del medico è indispensabile per curare questo stato di onicofagia.