Di cosa parliamo in questo articolo
Principali tecniche di meditazione
Alcune sono pratiche decisamente antiche altre più o meno recenti, tutte comunque utili e importanti per mettere in comunicazione mente e corpo a migliorare la qualità della vita.
Dalla più classica zen al thai chi, passando per quella trascendentale a quella guidata o vipassana.
Ogni tecnica meditativa ha la sua filosofia: occorre capire quella che più ci appartiene e cavalcarla.
Meditazione zen
La meditazione Zen ha origine in Giappone.Essa implica l’abbandono dei pensieri e l’essere in pace con sé stessi, per allontanare paure, pregiudizi (soprattutto verso se stessi) e entrare in contatto con il vero Essere.
C’è un che di filosofia dei Samurai e un sentire profondamente orientale. L’obiettivo è conoscersi di nuovo, senza schemi mentali che etichettano e tendono ad incatenare, allontanando da sé gli standard sociali che portano lontano dal vero “io”.
Meditazione vipassana
La Meditazione Vipassana ha origini antichissime (veniva praticata da Buddha 2500 anni fa). Essa permette di migliorare la capacità di concentrarsi sul momento presente.
Deriva dalla lingua indiana Pali e significa “vedere chiaramente” ed utilizzata come panacea per ogni tipo di sofferenza.
Meditazione guidata
La meditazione guidata è utile a chi non si sente completamente autonomo e necessita di una guida per raggiungere il nirvana.
Ascoltare e farsi seguire da una voce esterna mentre si medita, permette di entrare in profondo contatto con sé stessi, raggiungendo uno stato di calma e rilassamento estremo.
Meditazione trascendentale
La Meditazione Trascendentale è sicuramente la tecnica più indicata per ridurre l’ansia e la tensione, in quanto insegna l’esperienza del trascendere.
Questo significa che permette di raggiungere un riposo così profondo, da rimuovere anche gli stati di stress che il sonno notturno non riesce a placare.
Tale tecnica di meditazione permette di riassestare l’equilibrio nel funzionamento del sistema nervoso. Tuttavia é necessario, seguire sempre le giuste istruzioni.
Meditazione thai chi
Il Tai-Chi è un’arte da combattimento, uno stile di vita.
Si parla di “meditazione in movimento” che consiste nel praticare una serie di movimenti o forme, da eseguire una dopo l’altra, fino a completare una sequenza.
Le forme dai nomi suggestivi come “Dividere la criniera del cavallo selvaggio” oppure “La gru bianca spiega le ali”, comportano un immediato benessere psicofisico.
Come fare meditazione
L’atmosfera e il contesto incidono in maniera significativa sulla meditazione, che si tratti di accendere una candela per riscaldare l’ambiente, o lasciarsi cullare da una musica soffusa, pronunciando un mantra… tutto aiuta a entrare nell’ottica di liberare la mente.
Dopo aver creato il giusto “posticino” ci si concentra sul proprio corpo. Si parte dalla comodità. Importante è sicuramente scegliere una comoda posizione seduta: colonna vertebrale ben eretta e diaframma libero di “gonfiarsi” per liberare il più possibile la respirazione.
Occhi chiusi e mente sgombra per quanto possibile.
La respirazione è fondamentale, sta alla base di tutto, deve seguire un ritmo ben preciso che diventa automatico e dai cui, poi, scaturisce un senso di tranquillità.
Il pensiero diventa sempre più profondo e anche il cuore si stabilizza su un numero preciso di battiti al minuto mentre il corpo resta immobile.
Non c’è da spaventarsi se la concentrazione vola via per un attimo, il focus, per riprenderla, deve tornare sul respiro.
Musica meditazione: quale scegliere
La musica non è una conditio sine qua non ma sicuramente agevola la concentrazione nel meditare, in quanto, influenza nel profondo mente corpo e spirito.
Ma questo non vale solo per la meditazione: il potere della musica è universalmente riconosciuto anche da chi non medita.
I consigli sulla scelta della musica da meditazione sono pochi e semplici (anche se, ormai, ci sono playlist dedicate alla meditazione su quasi ogni piattaforma).
Deve essere lenta. La lentezza è ciò che guida la meditazione. Non devono esserci picchi, si richiede un’assenza di ritmica nel componimento, e sarebbe altresì opportuno che non ci sia un cantato.
Insomma una melodia strumentale senza batteria e voce è la scelta idealmente giusta.
Tutta la difficoltà che si può trovare nel meditare all’inizio, è direttamente proporzionale alla facilità e all’esigenza che se ne sentirà dopo.
Nei periodi particolarmente stressanti, si percepirà il bisogno di meditare di più rispetto al normale ritmo che ognuno si è creato.
Il tempo non è un limite o uno standard da raggiungere, bastano cinque minuti esattamente come può servire un’ora.
È importante ricordare che nessuna scelta sulle tecniche di meditazione, sul tempo o sulla frequenza è suscettibile di giudizio. Libertà è la parola chiave.
Questa esigenza non va scambiata per debolezza, bensì per una forza consapevole. Saper riconoscere le difficoltà e preparare al meglio mente e corpo per affrontarle è un segno di grande maturità.
Insomma, meditate, meditate e meditate ancora.